Isaìa 45,1.4-6; Geremia 29, 4-14; Salmo 95 (96); Tessalonicési 1,1-5; Matteo 22,15-21
Guardarsi negli occhi
Il Signore Gesù «Non guarda in faccia a nessuno», ma fissa gli occhi negli occhi e giunge al cuore. Nel soffio leggero del silenzio parla a tutti i fedeli e parla severo e deciso a chi, capace di uccidere il fratello, domanda se «è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare». Costoro si meritano l’ira del Signore: «Ipocriti».
Il pensiero di Gesù prosegue: «Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio»; ma cosa è di Cesare?! E chi sei tu che ti dai il nome di Cesare e imponi schiavitù e abominio? ‘Cesare’ ti puoi dire tu che disegni confini con una matita e separi e dividi madre da figlia e padre da figlio? A che titolo ti puoi dire ‘Cesare’? Troverai un Dio non giustificatore, ma giudice. Continui e terribili ‘Cesari’ conducono i popoli ad una perversa Babele. Anche voi, «per i peccati commessi di fronte a Dio, sarete condotti prigionieri in Babilonia».
Sarebbe da commiserare più di ogni altra persona chi pensasse di dover ‘dimostrare chi è che comanda’ e chi leggesse la parola delle sacre scritture di ogni fede, dalla cattolica ad ogni altra, alla luce delle precomprensioni umane. Da detestare è chi, con le armi, impone i propri egoismi alle Creature ed al Creato.
E, per i popoli oppressi, l’atteggiamento da tenere è: non subire passivamente lo sterminio di vili aggressori, ma imporre all’oppressore dignità ed identità. Ecco i consigli della Parola per gli oppressi: «Cercate il benessere del paese in cui vi ho fatto deportare. Pregate il Signore per esso, perché dal suo benessere dipende il vostro benessere». «Voi deportati, costruite case e abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti; prendete moglie e mettete al mondo figli e figlie. Moltiplicatevi lì e non diminuite».
Certo, sono molte le voci contrarie: «Non vi traggano in errore i profeti che sono in mezzo a voi; non date retta ai sogni, ascoltate la parola del Signore». Non rimproverate il profeta: non vi chiede di comportarvi da schiavi. Presto si avvererà ciò che si avverò per Israele quando Dio suscitò fra gli oppressori l’imperatore e liberatore di schiavi Ciro.
Fuori della immagine: gli oppressori, i malvagi di oggi non sono eterni! Chi da schiavo diviene ‘popolo’, più lo è, più affretta la liberazione. È storia: a Ciro, re di Persia, pur essendo ignaro del Dio di Israele, Dio annuncia: «io ti ho chiamato per nome, sebbene tu non mi conosca». «Io ti ho preso per la destra per abbattere davanti a te le nazioni». «Io sono il Signore e non c’è alcun altro, fuori di me non c’è dio». Non ci sono ‘Cesari’ che tengano: «Sappiano dall’oriente e dall’occidente che Io sono il Signore, non ce n’è altri».
Carissimi, «a voi, grazia e pace»: «tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità, la fermezza della vostra speranza», sarete soggetti per un po’ al malvagio, ma, come Gesù al terzo giorno, sarete presenti ed operosi; il malvagio sarà sconfitto.
Credere maggiormente nella identità, nella dignità perenne del Vangelo; renderla visibile, non dimenticarla, né ovattarla, rendendola soltanto valore archeologico, nascondendola alla vista e alle coscienze.
Ricordate che il «Vangelo non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola», ma «con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione».
Separiamo il bene dal male e «rendiamo sempre grazie a Dio». Ricordiamoci gli uni gli altri «nelle preghiere».
La preghiera sia per ogni credente esigenza desiderata, generata da amore, profondo dell’animo, non azione da compiere per dovere.
Pregare è guardarsi negli occhi e, guardando, scoprire negli occhi l’immagine di Dio.
(didon)