Comunità Parrocchiale Tuscania

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26 FEBBRAIO 2023

I DOMENICA DI QUARESIMA – Anno A

Gènesi 2,7-9; 3,1-7; Salmo 50 (51); Romani 5,12-19; Matteo 4,1-11
Chi sei?
Non più tempo di attesa, non più domande: “Chi sei, tu, o Dio? Chi sei, tu, uomo?”. La Parola risponde: «Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo»: l’uomo era dapprima fatto di ‘polvere del suolo’. Ma «il Signore Dio soffiò nelle sue narici un alito di vita»: e fu l’uomo. Un essere nato dalla polvere del suolo e che riceve ‘alito’ da Dio Creatore. La polvere del suolo non è ‘vivente’; lo diviene con l’alito vitale di Dio Creatore: «e l’uomo divenne un essere vivente». E’ bello prendere coscienza e consapevolezza della dignità ed identità di Dio Creatore e dell’Uomo Creatura, sua ‘immagine somigliante’. Ogni dono fu dato ad una creatura perfetta: dopo la creazione dell’uomo, Dio vide quel che aveva fatto e comprese che era ‘molto buono \ bello’. «Poi il Signore Dio piantò l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male».
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Lettera alle Comunità per il Cammino quaresimale- Orazio Francesco Piazza – VESCOVO DI VITERBO

Carissimi Fratelli e Sorelle, amati da Dio, Uno e Trino
Il tempo quaresimale è opportunità di grazia per ritrovare equilibrio nel cuore e riconsegnare senso alla vita: su tale sentiero ci indirizzano le parole del profeta Isaia. Sono parole che a partire dll’evidenza della fragilità umana, segnata da complessità e difficoltà, da errori e lacerazioni, orientano, inpositivo, verso una rinnovata consapevolezza: «Fra le tenebre brillerà la tua luce». Per essere riverbero di luce nelle tenebre è necessario però rendere trasparente il cuore ripulendolo da incrostazioni, svuotandolo da elementi che lo inquinano. Ci aiuta l’immagine molto cara ad Agostino: non si può mescolare in un recipiente aceto e miele; ne nasce il disgusto e la repulsione! Bisogna svuotare il recipiente dell’aceto, ripulirlo e poi riempirlo di miele. Solo allora si potrà gustare tutta la vera dolcezza di questo alimento che dona energia e vitalità. (altro…)

22 FEBBRAIO 2023 MERCOLEDÌ DELLE CENERI

Gioèle 2,12-18; Salmo 50 (51); 2Corìnzi 5,20 -6,2; Matteo 6,1-6.16-18 «Ritornate a me con tutto il cuore lacerandovi il cuore e non le vesti». L’invito si fa pressante: «Ritornate al Signore, vostro Dio». Non sapienza umana: «Perché si dovrebbe dire fra i popoli»: «Dov’è Dio?». La risposta già è data: «Il Signore» è il «misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male, si muove a compassione del suo popolo». Dal cuore la preghiera: «Perdona, Signore, al tuo popolo». E noi?! «Noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori». Questa è l’identità e dignità del credente: «per mezzo nostro è Dio stesso che esorta». Il credente presta la voce a Gesù Cristo: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio». Non c’è più tempo per aspettare segni dal cielo: «Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!».

Il giorno 11 febbraio 2023 è stato molto bello per la comunità di Tuscania. Tanti cittadini hanno partecipato alla professione solenne, l’emissione dei voti religiosi in modo perpetuo, di Fratello Giuseppe dell’Addolorata Scarito nella chiesa di Santa Maria del Riposo. Questa è una delle tre chiese francescane di Tuscania con San Paolo e San Francesco. Il vescovo emerito Lino Fumagalli , il ministro provinciale Fratello Luciano De Giusti, il parroco di Tuscania Don Pierpaolo Fanelli, tanti sacerdoti e frati hanno concelebrato, con gioia, la messa e Fratello Giuseppe ha scelto come frase da ricordare :” Voglio renderti grazie in eterno per quanto hai operato”, tratta dal salmo 52. L’immagine che ha scelto nel suo santino ricordo è una scultura lignea del 1600 che si trova nella chiesa del santuario di Fontecolombo, in provincia di Rieti, e vi è San Francesco ai piedi del Crocifisso. (altro…)

19 FEBBRAIO 2023 VII DOMENICA T. O. – Anno A

Levìtico 19,1-2.17-18; Salmo 102 (103); 1 Corìnzi 3,16-23; Matteo 5,38-48 Identità cristiana

Il Vangelo in ogni credente genera ideali: «Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo». Si potrebbe, senza turbare il testo biblico, aggiungere: «Siete santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo». Non per virtù nostre si è santi, messi da parte, dedicati a Dio. Per far parte del Regno, è bello ‘essere’ santi ed agire ad ‘immagine somigliante’ di Gesù. I suoi consigli sono stupefacenti per l’uomo: «se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra». Fedeltà al Vangelo esige l’essere né omologati né succubi di un linguaggio a-cristiano abituato ad escludere il traguardo del regno di Dio. Coinvolgere altri nell’entusiasmo e nell’emozione è più difficoltoso che impegnarsi in una fede coerente con la Parola. Neghittosi spettatori e giudici impietosi degli insuccessi di persone generose definiscono ‘difficile’ il cammino cristiano. (altro…)