Comunità Parrocchiale Tuscania

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Città: oggi pronta ad Osanna, domani a diffamazione e linciaggio

Matteo 21,1-11; Isaìa 50,4-7; Salmo 21 (22); Filippési 2,6-11; Matteo 26,14-27,66
Il Dio di Gesù compie doni e li ripete «ogni mattina»: «Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo». Il vero discepolo, prima di parlare, sa ascoltare: «il Signore Dio mi ha aperto e fa attento il mio orecchio».
Bello è poter dire alla Parola: tu mi hai parlato «e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro».
«Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra sapendo di non restare confuso»: lo dice Gesù; con Lui potrebbe affermarlo ogni credente. (altro…)

26 MARZO 2023 V DOMENICA DI QUARESIMA – Anno A

Ezechièle 37,12-14; Salmo 129 (130); ai Romani 8,8-11; Giovanni 11,1-45
Gesù con Marta ragiona; con Maria piange; a Lazzaro dona la libertà dei figli di Dio.
«Signore, ecco, colui che tu ami è malato»: è l’invocazione dei credenti di fronte alla malattia, incapaci di comprendere come la Parola si avveri nella storia spesso infedele all’uomo.
I discepoli stessi non riescono a comprendere; cercano, anzi, di fermare Gesù nel cammino di salvezza che sta rapidamente avviandosi al completamento: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?».
La parola di Gesù «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo», non viene compresa dai discepoli che superficialmente rispondono: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Come insensati entusiasti aggiungono: «Andiamo anche noi a morire con lui!». (altro…)

19 MARZO 2023 IV DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

1 Samuele 16,1b.4.6-7.10-13; Salmo 22 (23); Efesìni 5,8-14; Giovanni 9,1-41
«Svégliati, risorgi, Cristo ti illuminerà».
Se la fede consistesse in osservanza della Legge porremmo ancora sotto giudizio Gesù: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Alcuni contestano Gesù, ma sono presenti uomini ‘giusti’, capaci di pensiero e di preghiera, difatti: «c’era dissenso tra loro».
I poveri, i semplici sono vicini alla verità ed alla libertà. Non hanno né possesso né alcunché da difendere; comprendono il vero: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?».
Il potente, se non possiede, si sente sminuito in dignità. Il povero, talvolta, riesce ad indebolire i ‘possessori di coscienze’: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Nessuno è padrone di coscienze né alcuno, nel regno di Dio, è chiamato ad esser servo. E’ dimenticata la Parola «sono venuto come colui che serve». (altro…)

12 MARZO 2023 III DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

Èsodo 17,3-7; Salmo 94 (95); Romani 5,1-2.5-8; Giovanni 4, 5-42
«Dammi da bere»
«Il Signore è in mezzo a noi sì o no?»: lo chiesero gli Israeliti a Mosè; lo chiede il credente nelle difficoltà. Non lo chiede perché diffida di Dio, bensì perché non trova capacità di risposta umana al suo disagio interiore.
La Parola soccorre nella ricerca di un’acqua diversa. Qualcuno afferma che l’ansia umana crea la necessità della fede. La Parola ammonisce che i credenti sono «giustificati per fede»: non la fede della Creatura verso il Creatore; l’inverso: «noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo».
La fede è dono, non è ‘sapere’ che Dio esiste. E’ amare il fatto che il Padre ha mandato suo Figlio: «L’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo» accade perché, «saldi nella speranza della gloria di Dio», apostoli testimoniano al mondo la presenza della Parola e del Pane nel Cristo Risorto.
E’ questa «la speranza che non delude»: fondata sulla verità di fede e su eventi storici perché «nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi». (altro…)

5 Marzo 2023 II DOMENICA DI QUARESIMA – A

Gènesi 12,1-4; Salmo 32 (33); 2Timòteo 1,8b-10; Matteo 17,1-9
Vattene dalla tua terra

1. E’ inatteso l’intervento di Dio nella vita dell’uomo. Lo era stato con il primo Adamo, lo è con Abramo: «Vàttene dalla tua terra!». Talvolta cantiamo dolcemente: ‘Esci dalla tua terra e va’. Il ‘vattene’ della Scrittura è ben diverso: «Vattene dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre». Quasi scacciato, quasi invitato a non tornare.
Abramo è chiamato ad abbandonare idoli, apparentemente oggi scomparsi; ne è rimasto uno: il possesso ed il denaro. La terra non è proporzionata ad accogliere né Cristo né i credenti autentici. Sono da ‘scarto’. Il povero oggi è chi non accetta di essere né dominatore né dominato: se vuole proporre vita cristiana, quando gli va bene, è ridotto al silenzio. Il martirio si farebbe notare: il possesso, il denaro non permetteranno che accada. Cercare il dialogo è vietato: unico stile è il rispetto acritico della legge, unica alternativa alla guerra fratricida. (altro…)