1 Samuele 16,1b.4.6-7.10-13; Salmo 22 (23); Efesìni 5,8-14; Giovanni 9,1-41
«Svégliati, risorgi, Cristo ti illuminerà».
Se la fede consistesse in osservanza della Legge porremmo ancora sotto giudizio Gesù: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Alcuni contestano Gesù, ma sono presenti uomini ‘giusti’, capaci di pensiero e di preghiera, difatti: «c’era dissenso tra loro».
I poveri, i semplici sono vicini alla verità ed alla libertà. Non hanno né possesso né alcunché da difendere; comprendono il vero: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?».
Il potente, se non possiede, si sente sminuito in dignità. Il povero, talvolta, riesce ad indebolire i ‘possessori di coscienze’: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Nessuno è padrone di coscienze né alcuno, nel regno di Dio, è chiamato ad esser servo. E’ dimenticata la Parola «sono venuto come colui che serve». E’ abitudine, scambiata per amore e giustizia, costringere a camminare su strade ben delimitate, dimentichi del percorso libero di Dio. Nel Vangelo, contrariamente ad abitudini comuni, i genitori, non difendono il figlio, ma lo aiutano ad essere adulto: «Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Il figlio, cieco, smentisce la sapienza umana che ignora Dio: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi».
L’Umanità di Gesù stabilisce un diverso criterio di bellezza: «Quel che piace al Padre faccio sempre».
Complessa è la Parola del Vangelo quando afferma che «Dio non ascolta i peccatori». Dio non ha ascoltato la mia preghiera! Sono, dunque, peccatore?
Domandare a Dio il perché del dolore incolpevole è bello! La domanda, però, si dovrebbe porla prima d’ogni scelta per comprendere quale via sia giusta per evitare dolore a se stessi e ad altri: non è Dio che toglie la vita al padre, al figlio. La libera volontà umana opera e ricorda il traguardo del ‘Custodisci tuo fratello, egli è come te’?
«Non conta quel che vede l’uomo: l’uomo vede l’apparenza» e la sfrutta per egoismo; «il Signore vede il cuore». Quale persona educa il cuore? perché la domanda ‘Dov’è Dio’ non diviene ‘Dov’è l’uomo’? Quali scelte si compiono perché il dolore non colpisca le insufficienze delle scelte umane? Non sono il terremoto e la malattia che uccidono: lo sono l’aver costruito e curato male la storia dell’uomo e del Creato.
«Gesù disse: io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano».
«Siamo ciechi anche noi?». La risposta di Gesù è severa per i superbi: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato. Siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane». La parola di Dio all’uomo superbo dice: «Io l’ho scartato».
«Lo spirito del Signore irrompe» nella vita d’ognuno ma, ‘cari «fratelli», ricordate che «un tempo eravate tenebra» ed «ora siete luce nel Signore». «Cercate di capire ciò che è gradito al Signore» e «comportatevi come figli della luce». E’ tempo di ascoltare la Parola: «Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà».
«Condannate apertamente le opere delle tenebre: non danno frutto». Il male «viene fatto in segreto»: le opere buone «sono rivelate dalla luce» perché «tutto quello che si manifesta è luce» ed «il frutto della luce consiste in bontà, giustizia e verità».
La domanda posta a Dio si rivolga all’uomo: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Ogni persona faccia suo il dialogo del cieco: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Ti è vicino, ti è prossimo: «Lo hai visto: è colui che parla con te». E la risposta sia: «Credo, Signore!».