Atti 14,21-27; Salmo 144 (145); Apocalisse 21,1-5°; Giovanni 13,31-33a.34-35
Il Signore ha fretta
Il Signore ha fretta: «Ho fatto nuove tutte le cose: un cielo nuovo e una terra nuova perché le cose di prima sono passate». «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso»:
1. «Vi era stato detto «ama il tuo fratello: egli è come te» e non lo avete fatto: compie un genocidio chi si dice credente nel Dio della Bibbia; compie distruzione e morte chi si dice cristiano credente nel Vangelo.
Cambiamo “Linguaggio”: le parole, fatte vita, dicano che siamo cristiani. Mutiamo linguaggio: non perché battezzato, ho diritto di dirmi cristiano. Dirsi cristiano non è un diritto. Con il rito del Battesimo mi posso dire “battezzato”. Con la sequela di Gesù Cristo e del Vangelo mi posso dire “cristiano”. A causa della malvagità di alcuni, «dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni».
La domanda alla quale rispondere non è “cosa debbo fare”, ma “chi debbo essere” per dirmi cristiano.
È bella la condotta, già iniziata dagli Apostoli, che «riuniscono la Chiesa e riferiscono tutto quello che Dio ha fatto per mezzo loro». Il Signore ha «aperto ai pagani la porta della fede», ma non può rendere completa la sua opera se, in modo pessimo, usiamo la libertà umana, rendendo vano il progetto di Dio. Tiriamo il freno all’amore? Siamo capaci di impedire a Gesù un pieno ritorno al Padre?
2. «Ma io vi dico»: quel che vi è stato detto nel passato non basta per rendere completa la Resurrezione. Per questo «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». Guardate me: come io ho fatto, «così amatevi anche voi gli uni gli altri». Sì, il Signore ha fretta: «È ora di svegliarvi dal sonno. Ho iniziato un mondo nuovo: «Non ve ne accorgete?».
Anche in questi giorni gli Apostoli, «dopo avere pregato», hanno «designato per noi nella Chiesa» un nuovo pastore; lo hanno «affidato al Signore, nel quale ha creduto». Il pastore «confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede» impegna la Chiesa affinché «la città santa, nuova, scenda dal cielo, da Dio e «lo glorifichi subito».
Nella “Città di Dio”, «tenda di Dio con gli uomini, Egli abiterà ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio». «E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno».
È il Signore Gesù che parla: «Figlioli, ancora per poco sono con voi». Il Signore ha fretta di tornare al Padre che «lo glorificherà subito». La glorificazione è iniziata 2000 anni fa: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato e Dio è stato glorificato in lui».
La completezza della glorificazione spetta a chi si pone sulle orme di Gesù Cristo: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
«Amandoci gli uni gli altri, come lui ama, ci manifestiamo al «mondo come suoi veri discepoli»: mettiti alla sequela di Cristo, metti i piedi dove e come li pone lui. Allora avrai, non il diritto, ma la bellezza del dirti cristiano.
(didon)