Atti degli Apostoli 1,1-11; Salmo 46 (47); Ebrei 9,24-28; 10,19-23; Luca 24,46-53
Sporcarsi di Terra le mani … non il cuore
«Così sta scritto» nei profeti dell’A.T.: «Il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno». Le promesse di Dio sono state attuate «nella pienezza dei tempi»: Parola si è resa Carne, Uomo, visibile, ed «è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso». «Dopo la sua Passione Egli si mostrò a essi vivo con molte prove durante quaranta giorni apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio».
I Discepoli non hanno compreso le finalità della missione di Gesù e domandano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». La risposta di Gesù è chiara ed immediata; non è onesto fraintenderla né ieri né oggi: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere».
Gesù sorpassa visioni umane e conduce i Discepoli alla comprensione della sua missione di Salvezza.
La stessa missione di Gesù è donata al Credente in favore dell’Uomo e del Creato. I Discepoli sono destinatari dei doni dello Spirito per completare e rendere attuale la Redenzione operata dalla Morte e Resurrezione del Signore Gesù.
Per aiutare il credente in questa missione eterna «ecco, io mando dall’alto su di voi colui che il Padre mio ha promesso».
L’annuncio di Gesù ai Discepoli è gratificante: «Voi tra non molti giorni, sarete battezzati e riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi».
La missione terrena di Gesù termina: «Alzate le mani, li benedisse. Ed essi si prostrarono davanti a lui. Si staccò da loro e veniva portato su, in cielo».
I Discepoli, ancora non pronti, «stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava». Dal loro “incantamento” «due uomini in bianche vesti» li scuotono: «Uomini di Galilea perché state a guardare il cielo?».
Guardate: ai vostri piedi sta la terra. Essa vi attende per preparare il ritorno: «Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
Svegliati dall’estasi, ancora con i piedi conficcati in terra, in attesa di sollevarsi, come il Maestro divino, «tornarono a Gerusalemme con grande gioia». «Stavano sempre nel tempio lodando Dio»: in preghiera ricordano le promesse e la missione: «Di me sarete testimoni fino ai confini della terra».
Ad ogni Discepolo è rivolta la Parola perché collabori ad attuarla, giorno per giorno. Non per sempre, non in futuro, non nell’eternità: ogni giorno, poco al giorno, costantemente «nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati».
È bello e necessario farlo «cominciando da Gerusalemme»: strage di popolo, genocidio si sta attuando. Ed ogni paese in guerra è Gerusalemme: desolata dall’odio e dal desiderio di possesso di uomini rinnegatori della libertà dei figli di Dio. È missione di ogni credente: i cuori dimorino nei cieli; sconvolgano la Terra infedele; giungano a traguardi insperati, non raffigurabili con parole, visioni e patti umani.
“In principio Dio disse e fu la Luce”. Luce, Gloria del Creatore, risplenda ancora. Non più fiammate umane assassine a rovina dei semplici e dei deboli. S’innalzi da ogni credente preghiera e intervento a favore dei «poveri di Jahweh». Buoni Samaritani sulle strade del mondo, possano, i Discepoli, rendere efficace la Parola di Salvezza.
(didon)