Giona 3,1-10; Salmo 24 (25); 1Corìnzi 7,29-31; Marco 1,14-20
Parola – Verbum
La Parola di Dio è, forse, divenuta muta? Certo è poco annunciata, non cantata, non pregata, a volte ignorata.
Un accorato appello viene per la Festa della Parola: «Il tempo si è fatto breve: passa la figura di questo mondo!». La Festa della Parola è ancora relegata in secondo piano: Francesco l’ha inserita in calendario, ma chi e come la celebra? Forse limitandosi ad annunciare: “Oggi è la Festa della Parola”?
I credenti si riuniscono per donare ascolto alla Parola e ricevere in dono il Pane: è Parola che introduce a Pane. Se non si dona Ascolto, che diritto c’è di ricevere Pane? È stato insegnato: “La Messa è ‘bona’ dall’offertorio!”. Quale peccato inconfessato nella Chiesa di Parola fatta Carne!Giona, profeta, ricevette un ordine: «Àlzati, va’ e annuncia». «Giona si alzò e andò a Nìnive» ed annunciò»: «I cittadini di Nìnive» compresero «e credettero a Dio».
Oggi, come Ninive? Si dimentica Parola e si cerca possesso, non Pane. Quello terreno lo neghiamo ai miseri. È raro scoprire nelle Creature l’immagine somigliante al Creatore. L’uomo è terra; con il ‘sospiro’ del Creatore diviene essere vivente. Terra è ogni possesso: donna, uomo, fidanzata, sposa, bambini. S. Paolo annuncia: «d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente». Nulla e nessuno è possesso dell’altro; tutto e tutti liberi davanti a Dio per scegliere strade nel costruire insieme il ‘Giardino’.
Non sarà Dio a distruggerci: l’uomo dà morte all’uomo; con mani vigliacche accade ogni giorno e se ne domanda conto a Dio![LD1] Che ci si converta come a Ninive: «Dio vide le loro opere e si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece».
Profeti capaci di scrutare i segni dei tempi sono stati eliminati. Senza Parola la Chiesa non ha anima: si compiono riti; non si celebra la vita. Quante lentezze ed incertezze sul futuro! Dopo i secoli molto luminosi del Medio Evo, detti, però, ‘oscuri’, la Parola nell’Umanesimo è caduta in oblio; quasi proibita, si è cercato di ‘incatenarla’, ma la Parola ha rotto le catene.
La Chiesa, se animata da Parola, genera santi ed annuncia: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
‘Sgrammaticare’ e dire non ‘La Parola’, ma ‘Il Parola’ è doveroso e bello perché Parola è Gesù Cristo, Parola del Padre fatta Carne. È persona, non cosa. Chiama: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini».
«E subito lasciarono le reti e lo seguirono»: si è capaci di abbandonare egoismi e scegliere Amore?
«Subito li chiamò»: tutti chiamati; tutti richiesti. «Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui». La risposta non può essere: “Non è compito mio. E che c’entro io?”.
Non si tratta di lasciare il padre: già lo abbiamo consegnato all’ospizio. Non serve più. Quando non lo abbiamo ucciso. Lo abbiamo incatenato, ma la Parola di Dio non sarà mai incatenata. Sempre tirerà per i piedi i credenti per correggere il passo e la strada. Uomini santi sono viventi anche ora: vengono ostacolati e demoliti. La Parola soffia dove vuole e, quando chi deve annunciarla pensa a progetti umani, Dio attiva progetti per mezzo di profeti. Non si riuscirà ad eliminare e zittire tutti i profeti.
(didon)