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UNZIONE DEGLI INFERMI

Accade di frequente nelle comunità parrocchiali che, in particolari circostanze, si organizzino celebrazioni comunitarie in cui viene amministrato il Sacramento dell’Unzione degli Infermi a tutti i presenti o a quanti liberamenti desiderano accedervi. Fermo restando che la regolamentazione e la vigilanza sulla celebrazione comune dell’unzione (per più infermi simultaneamente), spetta al Vescovo Diocesano, detta celebrazione non deve mai andare in contrasto con la norma fondamentale che disciplina la santa Unzione, ovvero il sacramento va amministrato solo ed esclusivamente a quei fedeli che, per malattia o età avanzata, corrono grave pericolo di vita.

Per valutare detta gravità, bisogna attenersi a criteri di prudenza.

L’Ordo unctionis infirmorum stabilisce che si può amministrare la santa unzione:

  1. a un infermo che deve essere operato, quando causa dell’intervento chirurgico sia una malattia grave;
  2. agli anziani le cui forze siano seriamente debilitate, anche quando non soffrono di infermità grave;
  3. ai bambini (che corrono grave pericolo di morte) anche quando è dubbio che dispongano dell’uso della ragione.

Ogni dubbio circa il raggiungimento dell’uso della ragione, la pericolosità della malattia, o sulla morte del fedele, si deve sciogliere a favore dell’amministrazione del sacramento, tenendo però sempre presente che deve trattarsi di un fedele che si trova in grave pericolo di vita.

Al fine di evitare di esporre il Sacramento al rischio di invalidità, qualora si volesse procedere a una celebrazione comune dell’unzione dei malati si deve tener conto scrupolosamente di quanto sopra esposto.