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INDICAZIONI  PASTORALI

SULLA CELEBRAZIONE DEI SACRAMENTI

Premessa

Carissimi fratelli nel presbiterato, pace e gioia nel Signore Gesù Cristo nostra unica speranza.

I sacramenti del Nuovo Testamento, istituiti da Cristo Signore e affidati alla Comunità dei credenti, in quanto azioni di Cristo e della Chiesa, sono segni e mezzi mediante i quali la fede viene espressa e rafforzata, si rende culto a Dio e si compie la santificazione degli uomini, pertanto concorrono sommamente a iniziare, confermare e manifestare la comunione ecclesiastica; perciò nella loro celebrazione sia i sacri ministri sia gli altri fedeli debbono avere una profonda venerazione e la dovuta diligenza. (Can. 840 CIC).

Tuttavia, bisogna dolorosamente constatare che, in questi ultimi tempi, si riscontrano fattispecie in cui ostentazioni ed esteriorità risultano voler prevalere insistentemente sulla natura stessa della realtà sacramentale con il rischio di andare a scardinarne le fondamenta. Non di rado il diritto di ricevere i sacramenti, che rimangono pur sempre un dono, diventa per alcuni pretesa e il moltiplicarsi nella vita quotidiana di contorni prettamente esteriori, animano il realizzarsi di istanze a cui i pastori, chiamati per divina Grazia a pascere il gregge di Dio, devono dare univoche e valide risposte così da non disperdere il dato rivelato e adempiere correttamente e validamente la funzione di santificare.

Poiché i sacramenti sono gli stessi per tutta la Chiesa e appartengono al divino deposito, è di competenza unicamente della Suprema Autorità della Chiesa approvare e definire i requisiti per la loro validità: ciò compete propriamente alla Sede Apostolica e, a norma del diritto, al Vescovo diocesano, a cui spetta, nella Chiesa a lui affidata, entro i limiti della sua competenza, dare norme in materia liturgica, alle quali tutti sono tenuti (Can. 838 §§1 e 4; 841 CIC).

Pertanto, al fine di salvaguardare il significato autentico della realtà sacramentale, assicurare la loro piena validità canonica e garantire in modo opportuno l’inserimento del fedele nella Comunità cristiana, nonché dare debito ordine alle difficoltà già ricorrenti in taluni ambiti della Diocesi, è mia premura e dovere consegnarvi le seguenti indicazioni per rispondere in maniera unanime alle fattispecie che seguono.