Carissimi sono passati 50 anni da quando sono stato consacrato sacerdote!
Tanti pensieri si rincorrono nella mia mente in questi giorni… Ma ci sono tre cose in particolare che vorrei brevemente condividere con voi.
1 Prima di tutto sono immensamente riconoscente a Dio per un dono così alto come è quello della vocazione sacerdotale a servizio di Gesù Cristo nell’annuncio del Vangelo. Entrare in seminario, diventare prete non è una scelta, ma una risposta a una chiamata d’amore di Dio. E Dio chiama non in base alle capacità o alle doti particolari delle persone, ma secondo un progetto per noi davvero misterioso: Egli chiama chi vuole, come vuole e quando vuole. “Non voi avete scelto me, ma Io ho scelto voi” (Gv 15,16). L’ho sempre pensato, ma in questi anni ho avuto modo di convincermene sempre di più: Dio ci chiama nonostante i nostri limiti; Dio costruisce il suo regno servendosi di strumenti fragili, proprio perché appaia chiaramente che, tramite i suoi ministri, è Lui che annuncia, perdona, celebra e dona la salvezza agli uomini.
Nell’immaginetta della mia ordinazione sacerdotale avevo riportato un’affermazione di san Paolo : “Il Signore mi ha detto: «Ti basta la mia grazia, la mia potenza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza»” (2 Corinzi 12,9)… Dopo 50 anni sento quelle parole più vere che mai. Inizialmente, nell’ardore giovanile, pensavo che la debolezza in cui si manifesta la potenza di Dio potesse riferirsi alle difficoltà e ai problemi che immancabilmente avrei incontrato nel ministero; ora vedo con chiarezza che la “debolezza” indica anche i difetti, le mancanze, i limiti personali con cui io, prete, devo ogni giorno confrontarmi…
2 È questo il secondo pensiero su cui vado riflettendo. Sono veramente felice della strada che ho intrapreso e, oltre che grato al Signore per il dono grande del sacerdozio, sono davvero riconoscente a voi delle comunità della città di Roma di cui sono stato Parroco: S.Antonio di Padova,San Gerardo ,San Pio X,Santa Angela Merici e delle Parrocchie di Tuscania per il grande sostegno che mi avete dato e l’affetto che in tantissimi mi avete dimostrato; in particolare ringrazio di cuore i tanti collaboratori parrocchiali per il grande senso di corresponsabilità pastorale nei confronti del loro pastore.
Ma non posso non chiedermi: “Il mio impegno e la mia vita sacerdotale corrispondono pienamente a quell’ideale così alto di ministro di Dio che era nei miei progetti di sacerdozio?”.
In questi giorni la mia mente non va tanto ai molteplici frutti del ministero, che certo ci sono, ma si sofferma sulla mia pochezza, sulle tante cose che mi fanno sentire così lontano dalla figura del vero pastore che segue in tutto l’esempio di Cristo Buon Pastore, pronto a dare la vita per le pecore del suo gregge. Quanta strada devo ancora percorrere nel cammino verso la santità a cui tutti, preti e laici, siamo chiamati da Cristo! In tante situazioni riconosco di non essere stato come avrei voluto essere… Forse le mie mancanze, le mie eventuali incoerenze prese in se stesse a volte sono state di ostacolo per la fede delle persone, ma sono anche profondamente convinto che, nelle mani di Dio, possono essere servite per far meglio trasparire che Colui che è forte, che è capace a costruire non è il ministro, ma è Dio. + 3 Il terzo pensiero è, così, un forte appello ai fedeli di Tuscania perché tutti continuino ad /accompagnarmi con la preghiera. Ne ho tanto bisogno! Sono contentissimo di essere sacerdote, ma sento di dover ogni giorno lottare per “convertirmi” sempre più al modello di pastore che è Cristo, per essere meno inadeguato alla missione così grande che Dio mi ha affidato.
Giustamente si dice che sono le comunità cristiane che “generano” i sacerdoti, in quanto le vocazioni non vengono giù dal cielo, ma sorgono da quell’”humus” che è una seria vita di fede delle famiglie e delle comunità … Ma rimane pur vero che sono la dedizione e lo zelo spirituale dei pastori a “generare” e far crescere le comunità stesse. E questo che chiedo al Signore per poter svolgere con tanta fede il mio ministero di Rettore al Santuario della Addolorata dove è nata la mia vocazione.
Per questo mi raccomando seriamente al vostro sostegno e alle vostre preghiere, perché tutti insieme, pastore e fedeli, nella gioia e nella fatica della corresponsabilità pastorale, ci aiutiamo a vicenda a seguire di più Gesù Cristo e a corrispondere sempre meglio a ciò che Dio si aspetta da ciascuno di noi! Grazie di cuore a Tutti.
Grazie di cuore a tutti!!!