Atti12,1-11; Salmo 33 (34); 2Timòteo 4,6-8.17-18; Matteo 16,13-19
«Voi, chi dite che io sia?»
1. “Il potere perseguita e cerca di silenziare i profeti”: ipocriti di ogni tempo sono scandalo per la vita della Chiesa di Cristo e di Pietro. Scandalo “è mettere, ad un cieco che cammina, un intoppo dove incontratosi cada ovvero se si mette un bastoncello dove ha da passare uno ed egli, inavvedutamente, ponendoli il piede sopra, sdrucciola e cade”. Chi sporcasse la Chiesa di Dio a favore della carriera e del potere, con calunnie, rinnegherebbe Gesù Cristo, sperando di indurre Pietro in errore. La malvagità degli uomini mette in luce la misericordia del Padre, implorata dal Figlio, comunicata dal Santo Spirito.
Di fronte ad opposizioni alla Verità, Gesù ripete la domanda:
2. «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro si ribella alle ingiustizie di ipocriti Scribi e Farisei e proclama: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Pietro ha risposto già 20 secoli fa: risponda, ora, una comunione di credenti, non un singolo, sia tu o io. Non si pensi che Dio mandi fulmini in testa agli ipocriti che cospirano. Non si attenda che venga S. Francesco e S. Caterina per correggere la Chiesa: la strada è correggere se stessi. Ogni fratello ha capacità, per dono del Santo Spirito, di essere profeta e “sacramento”, “segno” efficace di salvezza, mezzo di comunione con il Padre e con i fratelli. I credenti sono chiamati a donare il segno donato da Pietro: dal tradimento davanti ad ogni Pilato, saltare in acque non tranquille e affidarsi a Gesù, Figlio di Dio, Salvatore.
La Chiesa è Santa perché resa Santa da Cristo, non dagli uomini di Chiesa.
3. Il Signore Gesù proclama a Pietro: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa».
Gesù specifica la missione di Pietro: «A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Chiesa “felice” quando «Erode», Agrippa I nepote di Erode Antipa, «cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa». “Felice” perché «mentre Pietro era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui». La preghiera, in comunione con Pietro, «fa sì che la Chiesa segua l’insegnamento degli apostoli, dai quali ha ricevuto il primo annuncio della fede». Si rende presente l’intervento di Dio nella storia: «Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore»: «Àlzati, in fretta! Metti il mantello e seguimi!». E l’inno di Pietro: «Ora so veramente che il Signore mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».
Sono da sciogliere legami alla Parola e camminare su strade nuove già proclamate in una lontana Epifania che si rinnova per il tempo presente: «Figlio mio, combatti la buona battaglia, porta a termine la corsa, conserva la fede».
Non è solo tua «la corona di giustizia del Signore», ma di «tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione».
Il traguardo della fede non è alto ed inaccessibile perché «il Signore sta vicino e dà forza affinché si porti a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltino».
Al termine dei giorni della missione, «il Signore libererà da ogni male e porterà in salvo nel suo regno. Al Signore gloria nei secoli dei secoli. Amen».
(didon)