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AMBO DI ROMA SARAN GLORIA ED AMOR ERCOLE E PIO


Di Mauro Loreti
Nel 1814, nel glorioso ritorno a Roma di sua Eminenza il signor cardinale Ercole Consalvi, segretario di stato di Sua Santità il sommo pontefice Pio Papa VII e suo inviato straordinario alle reali corti di Parigi, di Londra, dell’imperiale e regia d’Austria ed imperiale regio augusto congresso di Vienna, nella pubblica e nel colmo della sua particolare esultazione l’Abate Antonio Borgia , poeta fra gli Arcadi con il nome di Dorissio Autonidio, compose e stampò questo sonetto a Viterbo nella stamperia della Reverenda Camera Apostolica : (altro…)

Don Ugo Falesiedi

Era nato a Piansano il 13 settembre del 1951, figlio di Alfredo e di Angela Del Signore. Il padre era un muratore, attività poi proseguita insieme ad uno dei figli. Dopo le scuole elementari frequentate a Piansano,  “All’età di 11 anni iniziò il suo cammino formativo tra i Fratelli delle Scuole Cristiane, dove, dopo la Professione solenne, si dedicò per tanti anni all’insegnamento dei piccoli e dei giovani, in varie Scuole dell’Ordine in diverse parti d’Italia, nello spirito del carisma di san Giovanni Battista De La Salle.

Dopo un ulteriore periodo di discernimento, venne accolto dal Vescovo Fiorino Tagliaferri nel Seminario di Viterbo e ordinato diacono il 29 giugno 1997 e poi presbitero dal Vescovo Lorenzo Chiarinelli il 16 maggio 1998. Nei 22 anni del suo sacerdozio nella Diocesi di Viterbo ha guidato le Comunità parrocchiali di Tobia, di Nostra Signora di Lourdes a Tuscania, di San Lorenzo Nuovo.

Esperto di Archeologia Cristiana e Arte Sacra, ha diretto per diversi anni l’Ufficio diocesano beni culturali e edilizia di culto, e attualmente era Presidente della Commissione diocesana per l’arte sacra nonché docente presso l’Istituto filosofico-teologico “San Pietro” a Viterbo.

È stato educatore di generazioni di giovani, pastore intelligente e generoso, dal tratto signorile e garbato, equilibrato e rispettoso. Come raccomanda san Paolo nella Lettera ai Colossesi, “il suo parlare è stato sempre gentile, condito di sapienza” (cfr. 4,6). Una persona amabile. È così che ha saputo tessere rapporti cordiali con tutti e spezzare il pane della Parola con profondità e semplicità, arrivando al cuore.

Don Ugo amava spesso ripetere che “un buon ricordo può salvarti la vita”. Sicuramente il suo ricordo renderà la nostra vita più bella e rimarrà indelebile nei nostri cuori.” (dal Comunicato fatto dal Vicario generale, don Luigi Fabbri, nel sito della Diocesi di Viterbo il 7 gennaio 2021).

Tra i suoi scritti pubblicati  Le diaconie. I servizi assistenziali nella Chiesa antica, Roma, Augustinianum, 1995.

La sua collaborazione con mons. Lorenzo Chiarinelli e don Salvatore Del Ciuco è stata fondamentale per la nascita, nel 2004, del Centro diocesano di documentazione per la storia e la cultura religiosa di Viterbo.

Gli innumerevoli attestati di stima e affetto da ogni dove nella Diocesi di Viterbo, lasciano intendere come la figura di don Ugo Falesiedi fosse realmente per tutti padre, fratello e amico. Il sacerdote si è spento la sera del 6 gennaio all’ospedale di Belcolle a causa del Covid contratto nei giorni pre-natalizi.

Iniziò sin da piccolo il cammino formativo tra i Fratelli delle Scuole Cristiane. Dopo la professione solenne si dedicò per tanti anni all’insegnamento, vivendo successivamente un periodo di discernimento in Seminario a Viterbo che lo portò a essere ordinato presbitero dal vescovo Lorenzo Chiarinelli il 16 maggio 1998. Nei suoi 22 anni di sacerdozio ha guidato le comunità parrocchiali di Tobia, Nostra Signora di Lourdes a Tuscania e San Lorenzo Nuovo. Esperto di archeologia cristiana e arte sacra, ha diretto per diversi anni l’Ufficio diocesano Beni culturali ed Edilizia di culto e attualmente era presidente della Commissione diocesana per l’Arte sacra e docente presso l’Istituto Filosofico-Teologico “San Pietro” a Viterbo.

«È stato educatore di generazioni di giovani, pastore intelligente e generoso, dal tratto signorile e garbato, equilibrato e rispettoso – lo descrive il vicario generale, don Luigi Fabbri -. Come raccomanda san Paolo nella Lettera ai Colossesi “il suo parlare è stato sempre gentile, condito di sapienza”, una persona amabile. È così che ha saputo tessere rapporti cordiali con tutti e spezzare il pane della Parola con profondità e semplicità, arrivando al cuore». Sul sito della diocesi di Viterbo una nota ne ricorda il profilo esprimendo il dolore di tutta la diocesi: «Il vescovo Lino Fumagalli, l’intero presbiterio e i fedeli delle varie comunità che ha servito in questi anni piangono la scomparsa di un sacerdote di alto spessore umano, culturale e spirituale e nello stesso tempo ringraziano il Signore di averlo donato alla nostra Chiesa come pastore sempre attento e sollecito del bene di chi è stato affidato alle sue cure pastorali».

Negli ultimi giorni, visto l’aggravarsi delle sue condizioni, l’intera comunità diocesana di Viterbo si era raccolta in preghiera. In modo particolare il paese di San Lorenzo Nuovo, dove don Ugo era parroco, che ora raccoglie l’eredità umana e spirituale di una vita completamente donata a Dio e ai fratelli.

BIBL. – http://www.diocesiviterbo.it/morte-di-don-ugo-falesiedi-il-cordoglio-del-vescovo-lino-e-di-tutto-il-presbiterio-nella-nota-della-curia-vescovile-a-firma-del-vicario-generale/; https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/vite-donate-a-viterbo-don-ugo-una-vocazione-tra-insegnamento-e-arte-sacra

Don Ugo Falesiedi

Era nato a Piansano il 13 settembre del 1951, figlio di Alfredo e di Angela Del Signore. Il padre era un muratore, attività poi proseguita insieme ad uno dei figli. Dopo le scuole elementari frequentate a Piansano,  “All’età di 11 anni iniziò il suo cammino formativo...

Don Angelo Gargiuli

 Don Angelo, è nato a Tuscania il 28 aprile 1927, ha svolto diversi lavori da giovane: ragazzo di bottega da un barbiere, poi da un fabbro, quindi in una falegnameria e poi in campagna. Grande la sua passione per il disegno e la pittura. Ha poi lavorato in seminario e...

Padre Vanio Di Marco

Padre Vanio Di Marco nacque a Tuscania il 10 giugno 1935. Proveniva da una famiglia di solidi principi cristiani. I suoi genitori, ancora viventi, si sentirono fieri della vocazione del figlio e lo aiutarono nel suo cammino vocazionale. Dopo la scuola elementare entrò...

Don Domenico Zannetti

Don Domenico Zannetti nacque ad Arlena di Castro il 13 dicembre 1920. Dopo la prematura morte del padre, la vita del piccolo Domenico e dei suoi due fratelli dovette fare esclusivo affidamento sul duro lavoro di Mamma Caterina, che ha compiuto dei veri e propri...

Don Mario Gargiuli

Tra i libri di Don Giuseppe Ricci si conserva ancora un piccolo libretto dal titolo "La Messa" di Mons. Luigi Civardi. Sulla copertina del libro appare il nome di D. Mario Gargiuli e probabilmente si tratta di un libretto donato a D. Giuseppe dopo la morte di D....

Don Luigi Sartori

Don Luigi Sartori nacque a Tuscania il 13 marzo 1884. Fu ordinato sacerdote il 15 agosto 1907. La sua missione la svolse tutta in Tuscania. Sostò a tutte le tappe del bene come pochi: fu professore di matematica nel locale seminario e Rettore della parrocchia dei SS....

Don Lidano Pasquali

Don Lidano Pasquali nacque a Tuscania il 31 agosto 1914. Fu ordinato sacerdote il 13 marzo 1937 dal vescovo Mons. Emidio Trenta. L’anno successivo, poiché Don Luigi Sartori per limiti di età lasciava la parrocchia dei SS. Marco e Silvestro, Don Lidano ne divenne...

Don Steno Santi

Don Steno Santi nacque a Tuscania il 21 novembre 1927. Fu ordinato sacerdote il 26 giugno 1950 e divenne canonico della Cattedrale di Tuscania, ma si stabilì a Viterbo, dove svolse numerosi incarichi: fu prima vicerettore nel Seminario Interdiocesano, dove collaborò...

Mons. Giuseppe Ricci

Mons. Giuseppe Ricci nacque a Tuscania il 18 dicembre 1921. Venne ordinato sacerdote nelle basilica di S. Pietro a Tuscania il 29 giugno 1946 dal vescovo Mons. Adelchi Albanesi. Per lunghi anni svolse l’attività di Priore della Collegiata di S. Maria Maggiore (SS....

Mons. Stanislao Regni

Mons. Stanislao Regni nacque a Tuscania il 16 marzo 1915. Iniziò gli studi presso il Seminario Interdiocesano e li proseguì in quello Regionale di S. Maria della Quercia. Fu ordinato sacerdote il 16 luglio 1939 dal vescovo Mons. Adelchi Albanesi. Il 1° settembre 1938...

Mons. Giovanni Copponi

Mons. Giovanni Copponi Mons. Giovanni Copponi nacque a Tuscania il 21 novembre 1881. Fu ordinato sacerdote nel 1904. Insegnò greco, latino e francese nel locale seminario. Fu vicario generale e primicerio del Capitolo della Cattedrale dal 1921 fino alla morte.Nel 1926...

Mons. Leonardo Arieti

Mons. Leonardo Arieti nacque a Tuscania il 7 agosto 1877 da Secondiano Arieti e Beatrice Gentili. Fu ordinato sacerdote il 2 settembre 1902.Per quasi tutta la prima metà del Novecento, ha seguito con diligenza ed impegno i giovani che frequentavano il Ricreatorio S....

Mons. Leopardo Venturini

(a cura del prof. Giuseppe Giontella)Mons. Leopardo Venturini nacque a Tuscania il 17 agosto 1911. Nerl 1923 entrò nel Seminario di Tuscania. Nel 1927 fu mandato a proseguire gli studi liceali e teologici presso il Pontificio Seminario Leoniano di Anagni. Nel 1930...

Mons. Domenico Brizi

(a cura del Prof. Giuseppe Giontella)Mons. Domenico Brizi nacque a Tuscania il 21 gennaio 1891. Iniziò gli studi liceali nel Seminario di Viterbo e li terminò presso il Seminario Romano. Prestò il servizio militare nel 1912 (ebbe il grado di caporale), ma venne...

Don Filippo …

Nacque a Roma il 4 giugno 1912 da Enrico e Agnese Colacicchi: prese dal padre l’intraprendenza per le scelte coraggiose della vita e dalla madre l’umiltà d’animo ed un certo, naturale riserbo. Ultimo di cinque figli, fu abituato fin dagli anni della fanciullezza alle...

Chiesa di S. Giovanni – Santuario della B.V. Addolorata

S. Giovanni Battista decollato, Santuario della Madonna Addolorata (Chiesa e santuario, Tuscania)

Sita nel centro storico, è citata fin dal 1221, in origine dedicata a Santa Maria Nuova; cambia nome in San Giovanni quando diviene sede dell’omonima confraternita.

Ristrutturata nel XIX secolo. La facciata è semplice, con portale architravato e sormontato da un rosone ottagonale mentre il timpano è retto da paraste di ordine tuscanico. All’interno, a navata unica, si possono osservare un crocefisso e, sull’altare maggiore, la Decollazione del Battista e la volta della cappella a sinistra è decorata con un bel cielo stellato[1].

La Madonna Addolorata. La storia della devozione alla Vergine Addolorata ha inizio nell’Ottocento. Un nobile tedesco della famiglia Nodoler, giunto a Tuscania, conosce una ragazza della famiglia degli Eusepi, se ne innamora e la fa sua sposa. Nel loro viaggio di nozze, visitando un convento di frati, nella Alsazia, i due sposi restano colpiti da una scultura, eseguita da un ignoto frate. I Nodoler acquistano la scultura e, al loro rientro in Italia, la portano a Tuscania. L’immagine, vestita di nero, viene posta in una stanza della casa degli Eusepi, che, da quanti la visitano, è chiamata la stanza della Madonna.

L’Immagine, venerata in luogo non consacrato, incomincia ad elargire grazie e la casa degli Eusepi diviene luogo di pellegrinaggio di malati e di sofferenti, tanto che i coniugi Nodoler decidono di farne dono alla Parrocchia di San Giovanni Decollato (affidata alla Confraternita della Misericordia di cui Cristoforo Nodoler era priore) dove fanno realizzare una cappella che sarà terminata nel 1839. A partire da quella data, o negli anni immediatamente precedenti, nasce la tradizione di portare in processione la statua. La prima macchina adibita per il trasporto, che oggi non esiste più, riportava la data 1845.

La devozione alla Madonna Addolorata. In passato la statua era portata a spala da sedici uomini scelti tra i membri della Confraternita della Misericordia, vestiti con tuniche bianche chiuse alla vita da un cordone nero. Questo numero rimane fisso a sedici fino al 1936. Fino a quella data infatti, il ruolo di Araldo veniva tramandato esclusivamente all’interno della famiglia a cui apparteneva la persona che era costretta a lasciare l’incarico. Questa usanza comincia a venir meno dopo la fine della Seconda Guerra mondiale: per poter soddisfare l’alto numero di richieste di fedeli devoti che volevano ricoprire questo ruolo, il numero degli Araldi cominciò ad aumentare sensibilmente. Nel corso dei trasporti il numero dei facchini arrivò a raggiungere il centinaio, a testimoniare la profonda devozione verso la Vergine.

A partire dal 1950 la loro divisa cambia in quella attuale, più pratica e adatta al trasporto della ingombrante veste usata prima: pantaloni scuri, camicia bianca sulla quale spicca, in alto a sinistra, un cuore trafitto da sette spade. Nel 1972 viene costituita l’attuale Associazione degli Araldi dell’Addolorata che riunisce coloro che partecipano alla processione portando a spalla il trono e tutti coloro che l’hanno trasportata in passato[2]

Nel 2022, in occasione del centenario dell’incoronazione della Madonna Addolorata, la chiesa è stata innalzata a santuario diocesano dell’Addolorata.

All’interno, oltre all’Altare maggiore con il dipinto della Decollazione di S. Giovanni battista, sono presenti:

La cappella di S. Ubaldo. L’altare di S. Ubaldo era amministrato dai mercanti della lana che ogni mese vi faceva celebrare la messa. Era eretto nella parete destra, aveva una immagine dipinta su tela, di pertinenza dei Mercanti della Lana di Gubbio[3]. Nella visita pastorale del 1708 l’altare di s. Ubaldo è in cattive condizioni e, nel corso del Settecento, sarà dedicato anche a s. Omobono (protettore dei sarti e dei mercanti di stoffe)[4]. Probabilmente coinvolto nei danni subiti dalla chiesa a causa del terremoto del 1695 e il successivo del 1703 e interessato dai diversi lavori di ristrutturazione attuati nella chiesa nel secolo XVIII, cambia forma e intitolazione[5]. Nel 1732 l’altare è abbellito da un’icona dipinta e assegnato all’Arte dei Calzolai e nel 1744 compare la dedica anche a S. Carlo[6]. Il culto sull’altare di S. Ubaldo/Omobono, nel 1785, risulta sospeso in quanto nessuno se ne accolla più l’onere, mentre compare per la prima volta l’altare della Madonna dei Sette Dolori. Non si esclude che la cornice del quadro di S. Omobono sia andato a racchiudere l’immagine della Madonna del Triponte[7]

La cappella di S. Antonio di Padova. Sembra che in origine, la cappella fosse dedicata al culto della Madonna del Triponte, ovvero Madonna della Salute (nel 1393 è documentata una cappella con questo nome), della quale resta l’immagine ad affresco nella parete di fondo[8]. Maria Luisa Sili descrive l’altare di S. Antonio di Padova, datato al sec. XVII, stato realizzato in nefro probabilmente da un artigiano locale.

La Cappella del Crocifisso. Nella parete di destra, testimonianza di una precedente fase edilizia dell’edificio, si trova un dipinto realizzato ad olio su muro che è ciò che rimane dell’altare del SS.mo Crocifisso, eretto nella prima metà del Seicento, e del quale si conosce anche il nome del committente “eretto a spese del fu Lorenzo Venanzi”[9].

La cappella della Madonna Addolorata. A destra della navata centrale, sopra l’altare in marmi policromi, è conservato il simulacro della Madonna Addolorata, collocato all’interno di una nicchia incorniciata di marmo e sormontata da un festone di fiori in stucco dorato che scende anche lungo i lati.
(fonte “Gente di Tuscia” – https://www.gentedituscia.it/s-giovanni-battista-decollato-chiesa-e-santuario-tuscania/

Chiesa di S. Giovanni – Santuario della B.V. Addolorata

S. Giovanni Battista decollato, Santuario della Madonna Addolorata (Chiesa e santuario, Tuscania) Sita nel centro storico, è citata fin dal 1221, in origine dedicata a Santa Maria Nuova; cambia nome in San Giovanni quando diviene sede dell’omonima confraternita....

Chiesa di N. S. di Lourdes

Ubicata in un quartiere moderno della cittadina di Tuscania denominato Villaggio Gescal, la chiesa della Nostra Signora di Lourdes sorge isolata al centro di piazza Padre Pio da Pietralcina che si apre all’angolo tra via Tuscia e via Nostra Signora di...

Chiesa del S. Cuore di Gesù

1968 (costruzione della chiesa intero bene) In contrada Pietrella, fuori dal centro storico di Tuscania, viene costruita la chiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù. 1971/02/06 - 1971/11/01 (officiatura chiesa e erezione della parrocchia carattere generale) A seguito...

Madonna del Cerro

IL CERRO (Santuario della Madonna del Cerro) Era un’immagine della Madonna, come tante altre, un’edicola povera e disadorna, che riceveva il breve saluto dai rari viandanti intenti a percorrere la strada polverosa che da Tuscania conduce ad Arlena, Tessennano e...

Madonna della Pace

(sec. XV-XVI) Addossata alle mura urbane, che chiudono a Sud il popoloso quartiere di San Francesco, seminascosta da una fitta boscaglia di sterpi e di rovi, c'è la piccola chiesa della Madonna della Pace. A Tuscania, ogni angolo, ogni via, ogni quartiere ha una sua...

Madonna dell’Olivo

Elegante esempio di architettura rinascimentale tuscaniese con facciata rettangolare a coronamento orizzontale divisa in due comparti per mezzo di una cornice a rilievo e conclusa verticalmente, ai lati, da due paraste scanalate terminanti superiormente con capitelli...

S. Leonardo

Nel 1954 la torre del Bargello, costruita nel ’700 sulle fondamenta di un’altra più antica del XII secolo, crollò rovinosamente causando la distruzione di parecchi edifici del centro storico. Fra questi la più grave perdita fu quella della chiesa romanico-gotica della...

S. Croce

Già adibita ad archivio comunale e biblioteca e gravemente danneggiata dal sisma, è stata di recente restaurata e presenta oggi una sobria ed elegante facciata con portale contenuto entro pilastri quadrati conclusi agli angoli per mezzo di costolature cilindriche...

Chiesa di S. Silvestro

Si affaccia su una piccola piazza e presenta una fronte, in conci squadrati di nenfro che ha il coronamento superiore dentato e la superfice divisa orizzontalmente in due partite per mezzo di una cornice aggettante. Il portale, con lunetta decorata con affresco del...

Chiesa di S. Marco

Consacrata nel 1333, fu completamente ristrutturata nel 1838 secondo quanto documentato nel preventivo di restauro conservato negli archivi della chiesa stessa e nel progetto relativo, che mostra le strutture della chiesa più antica e le modifiche da apportare. In...

Chiesa di S. Agostino

LA CHIESA ED IL CONVENTO DI S. AGOSTINO A TUSCANIAdi Giuseppe Giontella La notizia più antica che attesta la presenza a Tuscania dei frati dell’Ordine degli Eremitani di S. Agostino nell’omonimo convento è del 1275. I frati dovevano essere abbastanza numerosi ed erano...

S. Maria della Rosa

​Le numerose chiese e i vari conventi dei diversi ordini che punteggiano il tessuto urbanistico di Tuscania, dentro e fuori le mura urbiche, documentano la rilevanza politica e sociale della città che cerca di resistere all’affermazione della vicina Viterbo con la...

S. Maria del Riposo

La chiesa fu edificata nel ‘200. Il complesso, comprendente la chiesa e il convento, sorge fuori le mura di Tuscania; il suo aspetto attuale è dovuto alla ricostruzione del 1495, quando era occupato dai padri carmelitani, sui resti di una precedente chiesa benedettina...

Basilica di S. Maria Maggiore

La Chiesa di Santa Maria Maggiore a Tuscania sorge all’ingresso del centro storico, alle pendici del colle di San Pietro che ospita, sulla sua cima, anche l'omonima basilica. Nominata per la prima volta nell'852 in una bolla di papa Leone IV al vescovo di Tuscania,...

Chiesa di S. Giuseppe

Posta nel cuore del centro storico del borgo di Tuscania, la chiesa di San Giuseppe si erge in capo a uno slargo – piazzale Cavour – aperto tra la strada provinciale SP12 e via dei Campanari. Orientata secondo l'asse che va da sud-est a nord-ovest, questa fabbrica di...

Chiesa Cattedrale di S. Giacomo

La storia della Chiesa di S. Giacomo Nella elezione del quartiere di Poggio a luogo dell’aristocrazia tuscanese del sec. XVI, non poteva mancare una chiesa ad esaudirne le istanze religiose. Così la vecchia chiesa San Giacomo, piccola e vecchia, fu negli anni tra il...

Basilica di S. Pietro

Il Complesso monumentale è costituito da una serie di edifici che occupano attualmente quella che era stata l’antica acropoli della città etrusca. Nell’area del recinto sono collocate le due torri, l’arco, il Vescovato, la Chiesa. Fondata nell’VIII secolo in forme...

Chiesa di N. S. di Lourdes

Ubicata in un quartiere moderno della cittadina di Tuscania denominato Villaggio Gescal, la chiesa della Nostra Signora di Lourdes sorge isolata al centro di piazza Padre Pio da Pietralcina che si apre all’angolo tra via Tuscia e via Nostra Signora di Lourdes.
L’edificio, realizzato con struttura in cemento armato, è disposto con asse che va da sud-ovest a nord-est e presenta un perimetro rettangolare, articolato all’esterno da volumi semicircolari e preceduto da un portico rettangolare rialzato di quattro gradini. In facciata, inoltre, s’inserisce in asse al portico un alto campanile, affiancato da due porte d’ingresso alla chiesa.
Lo spazio interno, con asse maggiore trasversale, è scandito in questa stessa direzione da una fila di quattro pilastri circolari; la sala destinata ai fedeli è caratterizzata, oltre che dalla presenza lungo tre lati di vani semicircolari, da un’espansione laterale determinata dall’ambiente della sacrestia che occupa l’angolo nord-orientale.
L’area presbiteriale, collocata in asse rispetto ai due ingressi, è costituita da una piattaforma rialzata di tre gradini, dove, in posizione isolata, è collocata la mensa dell’altare maggiore; nel retrostante vano semicircolare, al di sopra di un ulteriore gradino, sono posizionate le sedute dei celebranti.
Le pareti interne, interamente intonacate di bianco, sono scandite da absidi semicircolari che ospitano statue votive e un tabernacolo in legno dorato. I quattro pilastri circolari presentano un rivestimento in piastrelle rettangolari di cotto.
La chiesa, coperta da un soffitto piano articolato da fasce longitudinali, è illuminata da sette finestre rettangolari ornate da vetrate policrome, di cui tre sono poste anteriormente e quattro nella parete di fondo. Le superfici esterne sono intonacate e hanno coloritura giallo chiara.
Il campanile è composto da quattro livelli e presenta una struttura che lungo i fianchi si rastrema progressivamente fino alla cella campanaria. La torre, intonacata, è accessibile dall’esterno mediante una porta posta nel primo livello, alto quanto il portico antistante; i successivi livelli s’innalzano al di sopra del solaio di copertura della chiesa e del portico e sono caratterizzate nei quattro lati da finestre arcuate con cornici in mattoni e dotate di davanzale e inferriata. Sul lato rivolto verso il portico campeggia in rilievo un grande crocifisso. L’ultimo livello, relativo alla cella campanaria, è coperto da un tetto a due spioventi.

  • Pianta
    – La chiesa ha pianta rettangolare con asse maggiore trasversale ed è preceduta da un portico, anch’esso rettangolare, dal quale, mediante due porte, si accede all’interno; tali ingressi fiancheggiano il campanile, che si trova posizionato in asse al portico. I tre quarti dello spazio interno, scandito trasversalmente da una fila di quattro pilastri circolari, costituiscono l’aula; questa è delimitata perimetralmente da spazi semicircolari e conclusa da un’area presbiteriale di larghezza inferiore e sopraelevata di tre gradini. All’angolo nord-orientale è ricavato l’ambiente della sacrestia, comunicante con l’aula mediante una porta; la restante parte della chiesa (angolo nord-occidentale) è un’espansione dello spazio liturgico destinato ai fedeli.
    – Impianto strutturale
    – L’ossatura portante della chiesa è in cemento armato ed è costituita da setti e pilastri perimetrali e all’interno da quattro pilastri circolari. Il collegamento delle strutture verticali avviene mediante travi poste in sommità; il tutto a sostegno del solaio di copertura piana, probabilmente in laterocemento. I setti e i pilastri del perimetro esterno sono intervallati dalle pareti dei volumi semicilindrici; quelli presenti lungo i lati maggiori dell’impianto si elevano al di sopra del tetto piano. Il solaio inclinato a tre falde del portico, anch’esso verosimilmente in laterocemento, è sorretto da pilastri circolari.
    – Coperture
    – La chiesa ha copertura piana con superiore strato di impermeabilizzazione e lateralmente parapetto inclinato rivestito di tegole; i volumi semicilindrici sono coperti da un solaio inclinato ad unico spiovente. Il manto superiore delle coperture inclinate è in tegole portoghesi in cotto.
    –  Pavimenti e pavimentazioni
    – La pavimentazione dell’aula è in piastrelle quadrate di cotto disposte a 45 gradi e delimitate perimetralmente da un’ampia fascia, interrotta in corrispondenza dei due ingressi. Tale fascia è costituita da mattonelle in cotto di tonalità cromatica più chiara disposte in filari paralleli ai muri; questi proseguono all’interno degli spazi semicircolari. Il pavimento dell’area presbiteriale è anch’esso in piastrelle quadrate in cotto, di tonalità uguale a quelle costituenti la fascia perimetrale del pavimento dell’aula, con disposizione in filari orizzontali; lo spazio semicircolare retrostante all’altare maggiore è pavimentato con lastre di pietra. Anche la pavimentazione del portico antistante alla chiesa è in cotto.
    – Elementi decorativi
    – L’interno della chiesa è decorato dalle vetrate policrome realizzate dalla ditta La Diana di Monteriggioni (SI) e dalle quattordici formelle in legno dipinto eseguite dall’artista tuscanese Bruno Mengarelli.
    – 1971 ‐ 1977 (costruzione nuovo quartiere carattere generale)
    – Il Provveditorato alle opere pubbliche di Roma predispone un piano di edilizia economica e popolare per la realizzazione di nuove abitazioni e relativi servizi per gli abitanti di Tuscania sinistrati dal terremoto del 1971. A seguito di studi svolti dal Servizio Sociale della Gestione Case per i Lavoratori (GESCAL) viene progettata una variante al piano dagli architetti Sara Rossi, Luisa Anversa Ferretti, Sergio Bonamico, Enrico Martelloni e Sergio Lenci; nel 1977 gli alloggi vengono completati.
    – 1980 ‐ 1989 (costruzione chiesa intero bene)
    – Negli anni ’80 monsignor Luigi Boccadoro, vescovo di Viterbo e Tuscania, ottiene il consenso dall’Istituto Autonomo Case Popolari per trasformare in chiesa la centrale termica del quartiere GESCAL progettata dall’architetto Sergio Lenci e ancora non funzionante.
    – 1986 ‐ 1986 (erezione parrocchia carattere generale)
    – Con decreto del 31 maggio 1986 viene istituita la parrocchia di Nostra Signora di Lourdes, il cui territorio viene stralciato dalla parrocchia del Sacro Cuore.
    – XXI ‐ XXI (ristrutturazione intero bene)
    – L’interno della chiesa viene ristrutturato e dotato di un nuovo impianto di illuminazione.

 

 

 

Chiesa di S. Giovanni – Santuario della B.V. Addolorata

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Chiesa di N. S. di Lourdes

Ubicata in un quartiere moderno della cittadina di Tuscania denominato Villaggio Gescal, la chiesa della Nostra Signora di Lourdes sorge isolata al centro di piazza Padre Pio da Pietralcina che si apre all’angolo tra via Tuscia e via Nostra Signora di...

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1968 (costruzione della chiesa intero bene) In contrada Pietrella, fuori dal centro storico di Tuscania, viene costruita la chiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù. 1971/02/06 - 1971/11/01 (officiatura chiesa e erezione della parrocchia carattere generale) A seguito...

Madonna del Cerro

IL CERRO (Santuario della Madonna del Cerro) Era un’immagine della Madonna, come tante altre, un’edicola povera e disadorna, che riceveva il breve saluto dai rari viandanti intenti a percorrere la strada polverosa che da Tuscania conduce ad Arlena, Tessennano e...

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(sec. XV-XVI) Addossata alle mura urbane, che chiudono a Sud il popoloso quartiere di San Francesco, seminascosta da una fitta boscaglia di sterpi e di rovi, c'è la piccola chiesa della Madonna della Pace. A Tuscania, ogni angolo, ogni via, ogni quartiere ha una sua...

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S. Leonardo

Nel 1954 la torre del Bargello, costruita nel ’700 sulle fondamenta di un’altra più antica del XII secolo, crollò rovinosamente causando la distruzione di parecchi edifici del centro storico. Fra questi la più grave perdita fu quella della chiesa romanico-gotica della...

S. Croce

Già adibita ad archivio comunale e biblioteca e gravemente danneggiata dal sisma, è stata di recente restaurata e presenta oggi una sobria ed elegante facciata con portale contenuto entro pilastri quadrati conclusi agli angoli per mezzo di costolature cilindriche...

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Si affaccia su una piccola piazza e presenta una fronte, in conci squadrati di nenfro che ha il coronamento superiore dentato e la superfice divisa orizzontalmente in due partite per mezzo di una cornice aggettante. Il portale, con lunetta decorata con affresco del...

Chiesa di S. Marco

Consacrata nel 1333, fu completamente ristrutturata nel 1838 secondo quanto documentato nel preventivo di restauro conservato negli archivi della chiesa stessa e nel progetto relativo, che mostra le strutture della chiesa più antica e le modifiche da apportare. In...

Chiesa di S. Agostino

LA CHIESA ED IL CONVENTO DI S. AGOSTINO A TUSCANIAdi Giuseppe Giontella La notizia più antica che attesta la presenza a Tuscania dei frati dell’Ordine degli Eremitani di S. Agostino nell’omonimo convento è del 1275. I frati dovevano essere abbastanza numerosi ed erano...

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S. Maria del Riposo

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Basilica di S. Pietro

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Chiesa del S. Cuore di Gesù

1968 (costruzione della chiesa intero bene)

In contrada Pietrella, fuori dal centro storico di Tuscania, viene costruita la chiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù.

1971/02/06 – 1971/11/01 (officiatura chiesa e erezione della parrocchia carattere generale)

A seguito del terremoto che ha colpito Tuscania, la chiesa è l’unica ad essere officiata. Con decreto dell’ordinario diocesano di Viterbo, datato 1° novembre 1971, viene istituita la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù.

1996 (lavori di ristrutturazione intero bene)

Nella chiesa si eseguono lavori di ristrutturazione riguardanti il rinnovo dell’area presbiteriale, la realizzazione di una nuova pavimentazione e la posa in opera nelle finestre di vetrate policrome raffiguranti scene della vita di Cristo.

2009 – 2010 (lavori di ristrutturazione intero bene)

Viene realizzata la controsoffittatura dell’interno e viene rinnovato l’impianto d’illuminazione.
Descrizione
La chiesa del Sacro Cuore di Gesù è ubicata in un quartiere moderno della cittadina di Tuscania. L’edificio, realizzato con intelaiatura in cemento armato, è disposto con asse che va da nord-est a sud-ovest; è privo di facciata, poiché è addossato a un fabbricato di tre piani di proprietà della parrocchia e vi si accede da via J.F. Kennedy mediante un passaggio coperto del medesimo fabbricato. La chiesa è libera sui fianchi e nella parte posteriore. L’impianto è ad aula unica, con abside leggermente profonda di forma trapezoidale ad angoli smussati e fiancheggiata da piccoli locali di disimpegno, accessibili dalla navata mediante una porta: quello di destra consente l’ingresso alla sacrestia e quello di sinistra a un vano adibito a deposito. L’intelaiatura in cemento armato è formata da nove portali, di cui sette ritmano la navata in sei parti uguali e i restanti due definiscono in lunghezza gli ambienti posteriori. L’interno della chiesa, coperto da un controsoffitto in cartongesso, è illuminato da tre finestre per lato, di forma rettangolare, e da una vetrata anteriore in corrispondenza dell’accesso. Questa è di forma pentagonale schiacciata ed è divisa in tre parti da due pilastri, delle quali quella centrale, più ampia, costituisce la porta d’ingresso in chiesa. L’area liturgica si protende in avanti, oltre l’abside, su un podio di forma poligonale, alto due gradini, dove al centro è posta la mensa isolata dell’altare; essa è affiancata a sinistra da un ambone e a destra dal fonte battesimale. Alla parete di fondo sono addossate le sedute dei celebranti, sovrastate da una pala d’altare dipinta secondo i canoni delle icone russe. I prospetti laterali sono scanditi da pilastri e conclusi da una trave; sono intonacati, ad eccezione di una fascia basamentale in cortina laterizia. Le finestre hanno davanzale in pietra; nel prospetto sud-orientale è presente l’ingresso secondario al magazzino. Il prospetto posteriore, anch’esso intonacato con rivestimento inferiore in laterizio, ha uno schema a capanna; la superficie è caratterizzata da una lieve rientranza di forma rettangolare, suddivisa da due pilastri; è presente una finestra a nastro relativa alla sacrestia e al vano del deposito.

Pianta
La chiesa ha un impianto rettangolare, che misura m 16,00 di larghezza e m 32,00 di lunghezza; consta di un’aula unica e di ambienti posteriori, costituiti dalla sacrestia e da un magazzino. L’aula rettangolare, lunga m 24,00, è conclusa da un’abside trapezoidale; l’area presbiteriale, rialzata di due gradini, comprende, oltre all’abside, un podio di forma poligonale che ospita in posizione centrale la mensa isolata dell’altare. Due porte affiancano simmetricamente l’abside e immettono ciascuna in un piccolo disimpegno; quello di destra conduce alla sacrestia, quello opposto all’ambiente di servizio.

Impianto strutturale
Nove portali in cemento armato, posti ad interasse costante, costituiscono l’ossatura portante della chiesa; i piedritti hanno sezione rettangolare, mentre il traverso presenta all’estradosso un profilo a doppia inclinazione a sostegno delle due falde del solaio di copertura. Il collegamento tra gli interassi strutturali è risolto da travi longitudinali a sezione rettangolare, poste alla sommità dei pilastri; anch’esse collaborano al sostegno della copertura dell’edificio. Il solaio del tetto è probabilmente in latero-cemento. Le murature di tamponamento tra i portali di cemento armato hanno entrambe le superfici intonacate.
Coperture
Al di sopra del controsoffitto, la chiesa è coperta da un tetto a due spioventi.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento dell’aula è suddiviso in due settori da una fascia centrale che percorre longitudinalmente l’ambiente dall’ingresso ai gradini del presbiterio. Essa è formata da piastrelle rettangolari in gres porcellanato di colore chiaro disposte in filari ortogonali all’asse della chiesa e presenta una doppia bordatura su entrambi i lati, di cui quella interna è caratterizzata da un motivo geometrico costituito da piastrelle triangolari di vario colore. Ciascun settore ha pavimentazione a scacchiera disposta a 45° rispetto all’asse longitudinale dell’edificio e formata da mattonelle quadrate in gres porcellanato di tonalità bianca e arancione. Il presbiterio è pavimentato con piastrelle quadrate di colore chiaro aventi dimensioni inferiori rispetto a quelle dell’aula; davanti alla mensa dell’altare, è presente una decorazione pavimentale a motivi geometrici. Le soglie dei gradini del presbiterio sono in basalto.
Elementi decorativi
Sulle pareti laterali della navata sono affisse le quattordici formelle in terracotta relative alla Via Crucis realizzate dall’artista tuscanese Bruno Mengarelli. La grande pala d’altare, ispirata ai canoni delle icone russe, è tripartita in tre scene raffiguranti il Battesimo di Gesù, Cristo Pantocratore e l’Ultima Cena. Le vetrate policrome delle finestre riproducono scene della vita di Gesù.

Adeguamento liturgico

presbiterio – intervento strutturale (1968)
La chiesa è stata realizzata secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II in materia di adeguamento liturgico.
presbiterio – intervento strutturale (1996)
Nel 1996 si è provveduto alla riorganizzazione dell’area presbiteriale e al rinnovamento degli arredi liturgici. La mensa isolata, l’ambone e le sedute dei celebranti sono in pietra; il fonte battesimale in metallo è collocato su un piedistallo in pietra.

 

 

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