di Mauro Loreti
Figlio di Luigi viterbese e di Francesca Silvestrelli di Toscanella. Era nipote di Giovanni Tommaso Silvestrelli e cugino del Beato passionista Bernardo Silvestrelli. Ebbe 4 figli. Intorno al 1810 la mamma Francesca ,vedova ,abitava a Tuscania con i figli Paolo e Filippo nella parrocchia di San Giacomo. Nel 1811 era nell’elenco del Riparto della contribuzione ordinata dal Prefetto per la fornitura per i militari. Nel 1830 Paolo era il priore della Confraternita del Gonfalone nella chiesa di Santa Maria della Rosa e donò il tabernacolo dorato . Nel 1830 risiedeva sempre nella piazza della Cattedrale e collaboravano con lui gli operai viterbesi Pietro Galassi, Angela Urbani e Giacinta Mancinelli.Negli anni 1834-1840 era proprietario di una masseria di pecore ed affittuario insieme ad altri 5 allevatori delle erbe invernali delle tenute del Comune di Tuscania. Nel 1835 aveva 1.507 ettari di terra ed una polledrara di 10 rubbi, 19 ettari, al Campo della Fiera. Ebbe incarichi in Vaticano e a Viterbo.
Il 30 maggio 1838 alla presenza dell’avvocato Francesco Antonio Carancini Governatore di giustizia di Toscanella, Paolo, da Gonfaloniere ,presiedette il consiglio comunale con gli assessori Cosma Luchetti, Camillo Marcelliani, Vincenzo Vitali , i consiglieri Giuseppe Dottarelli , il priore don Giovanni Ruzzi, Lorenzo Cerasa, Isidoro Eusepi come procuratore del conte Tommaso Fani, Giovanni Francesco Lucchetti, Giacomo Casella procuratore di Vincenzo Persiani e Vincenzo Panunzi procuratore di Giovanni Tommaso Silvestrelli. Si discusse sul maestro di cappella per chiamata, con aumento di paga. Era da due anni vacante l’officio da quando era morto il buon maestro Moschetti. Vi fu l’istanza del vescovo, del capitolo della cattedrale e di tutti i dilettanti della Filarmonica, pertanto, la giunta comunale chiamò Pietro Orlandi maestro di cappella di Caprarola. I consiglieri approvarono. Fu incaricato inoltre il muratore Luigi Strappati per eseguire i lavori di restauro del Convento e nella chiesa di Santa Maria del Riposo che durarono tre anni. Il segretario comunale era Michelangelo Rosati. Il 24 settembre fu pubblicato un invito a coloro che avessero voluto concorrere all’officio di Maestro di Cappella nella chiesa cattedrale di San Giacomo apostolo maggiore. Il comune pagava l’annuo onorario di scudi 140 e la cattedrale ed altri luoghi pii scudi 40. Il maestro riceveva poi un’altra entrata dalle scuole e dalla direzione dei dilettanti filarmonici della città. Si preferiva quel concorrente che avesse riunito l’abilità di ben suonare il violino. Il 21 dicembre, presente il Governatore di giustizia Giuseppe Camporeali, vi fu una nuova elezione del maestro di cappella perché aveva rinunciato Pietro Orlandi. Si era aperto il concorso a tale officio e comparvero i concorrenti maestri Giuseppe Martucci in Montefortino, Antonio Morsulla di Gubbio e Paolo Balagnac spagnolo, giovane ed allora interino, sperimentato anche nel costume. Fu scelto a pieni voti, otto, lo spagnolo. Egli assistette in tutte le feste la Cappella della Cattedrale , tenne sempre istruiti tre allievi , compose e batté la musica nella solennità dei santi Protettori della città.
Il 2 febbraio 1839 Paolo era sempre Gonfaloniere del popolo di Tuscania quando si parlò del medico interino, in quanto il dottor De Santis aveva subito una lunga malattia ed anche l’altro medico aveva una sempre vacillante salute. Avevano lavorato pertanto come supplenti i dottori Melloni di Bologna e Mencarini di Viterbo. Per evitare che la popolazione rimanesse altra volta esposta a spiacevolissime catastrofi ,in punto di assistenza sanitaria , si chiamò un altro interino temporaneamente: il dottor Pietro Serpieme. In riferimento al maestro di Cappella si informò che Balagnac aveva abbandonato Toscanella ritornandosene in Spagna dove lo avevano richiamato i suoi interessi. Il Capitolo della Cattedrale propose il maestro Petronio Grecchi maestro di cappella di Montefiascone. Fu accettato con 13 voti favorevoli ed 1 contrario.
Il 12 gennaio 1840 il Gonfaloniere Paolo emanò una notificazione, scritta dal segretario Michele Angelo Rosati, per una comprimaria medica condotta biennale in Tuscania. Si chiedeva agli aspiranti una robusta fisica costituzione, la buona condotta sotto ogni rapporto, la laurea e la matricola di libero esercizio in medicina, rilasciata dalle facoltà mediche dello Stato. Nel mese di maggio , dopo la rinuncia del dottor Benedetto Ricci, già comprimario medico condotto, vi furono molte domande di dottori ed i consiglieri comunali don Giovanni Farrocchi, Vincenzo Zenti Danielli e Giovanni Rosati riferirono sul maggior merito dei candidati e di sceglierne 3 o 4. Si votò e gli eletti furono 3: Filippo Muccioli di Norcia, primo eletto che già era stato medico in Tuscania, Antonio Ribecchi in Palestrina, secondo eletto e Ginesio Minchi medico venturiere in Ancona terzo eletto. Il professor scelto, Muccioli, prestò servizio medico, in concorso con l’altro comprimario condotto, a tutti i cittadini ed agli abitanti avventizi anche per oggetto di pastorizia ed agricoltura nel territorio, senza eccezione, ed alternativamente nell’ospedale e nelle carceri; inoltre accompagnò il Gonfaloniere e gli assessori in tutte le occasioni , portandosi in qualunque luogo. Si conformò a quanto veniva imposto dalla circolare della Segreteria di Stato del 1835 ed a tutte le altre disposizioni dei Supremi dicasteri in materia particolarmente sanitaria. IL Gonfaloniere Paolo si recò poi in Roma per conferire con l’avvocato tuscanese Secondiano Campanari per poter rigettare l’istanza del marchese Sacchetti, che voleva togliere un diritto al Comune di Toscanella , nel chiedere la liberazione delle due sue tenute di Poggio Martino e di Pian d’Arcione dalla servitù del pascolo estivo degli allevatori tuscanesi.
Nel 1859 Paolo ed il fratello Filippo nel terreno di San Lazzaro trebbiarono rubbia 35 di grano, 105 quintali.
FONTI E BIBLIOGRAFIA
NORIS ANGELI Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi
ACAT Archivio capitolare di Tuscania
AVET Archivio vescovile di Tuscania
ASCOT Archivio storico comunale di Tuscania
GIUSEPPE CERASA L’agro tuscaniese e i diritti civici i pascoli