Comunità Parrocchiale Tuscania

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(didon) A Maria, Madre di Gesù Cristo, si attribuiscono vari titoli. Ogni titolo è dono: Immacolata, Vergine e Madre, Assunta in cielo, Santa, Benedetta fra le donne. Hanno sapore divino.
1. Addolorata e Madre: questo titolo appartiene a te e ad ogni madre. Immagine somigliante di Dio sei tu. Immagine somigliante della persona umana sei tu. Noi siamo immagini somiglianti, ma il vetro del nostro specchio è appannato, offuscato, sfuocato.
Sei tu, Madre, a riassumere la vita umana, la croce quotidiana, le piccole gioie che si susseguono nei giorni, le speranze, le sollecitazioni dei vicini, le dicerie, le lodi, l’ammirazione, la sfiducia.
Nelle domande che tu hai fatto a Gesù sono le nostre domande. Nei tuoi perché sono i nostri perché.Solo tu, Addolorata, Madre d’amore, ti rivesti di abiti umani. Ciò che provasti sul volto e nel cuore è ciò che prova ogni madre. Fa’ che ogni madre possa provare sentimenti di gloria serena nel crescere i figli. Tu, come altre madri, hai smarrito un figlio e sei corsa colma di disperazione e di speranza e … ritrovarlo.
Tu hai contribuito a rendere adulto Gesù; hai accolto la sua missione. Tu, staccata dal figlio, l’hai seguito, con occhi piangenti speranza, quando è partito per la sua vita; strada di amore assoluto, dono di esistenza e vita.
Ed ora gloriosa: che ogni madre ti sia vicina in una continua morte e resurrezione.
2. ‘Donna’, ti chiamò, tuo Figlio: iniziasti un silenzioso pianto quando Simeone ed Anna ti dissero: “una spada ti trafiggerà” e non pensasti allora che la ferita fosse così dolorosa.
La missione tua si rese chiara nella storia da quando il Figlio ti chiamò ‘Donna’ alle nozze di Cana.
Si avverò nel Giovedì dell’ultima Pasqua terrena, Giovedì di tradimento e di gloria: il Cielo ed il Creato furono sconvolti ed il Figlio divenne Pane e Carne e Sangue. Servisti un Cibo Divino per partecipare all’eternità, al ‘per sempre’ dell’Amore. Il Venerdì completasti l’offerta, mentre ‘stavi’ sotto la Croce. Non fu disposizione a morire: la morte sia, come per te, anche per noi, temporaneamente parziale. Ogni madre riesca a sentirla così, ogni volta che accadesse. Te ne preghiamo: rimani madre e divieni donna.
Possiamo domandarti perché il Venerdì Santo è così lungo per te, per tuo Figlio, per ognuno di noi e la resurrezione appare distante e, quando accade, sembra che immediatamente svanisca?
Dona ad ogni donna resurrezione.
Non ci hanno raccontato di tue lacrime; hanno riferito che quel Venerdì, alle tre del pomeriggio, il tuo Figlio «vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che amava, disse alla Madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». «Da quell’ora il discepolo l’accolse con sé». Divenisti ancor più Madre sua; Madre di ogni figlio.
Donna è stata Eva: introdusse disobbedienza, peccato, morte. Tu, sei nuova Eva, nuova Donna, introduci obbedienza, castità, santità, vita. Gesù, nuovo Adamo, nuovo Uomo, ha accanto a sé una nuova Donna che genera salvezza.
Più forte della morte è l’amore: Gesù muore; lascia in eredità sua Madre. La donna che ha gioito nel Natale, sofffre nella notte del mondo. Messo da parte il dolore, riscopre la maternità: un figlio ti muore, un figlio le è restituito; più figli le sono donati.
“Il discepolo l’accolse con sé”: il cristiano discepolo ha, come Giovanni, il compito di custodire, proteggere, prendersi cura, amare… ogni vita, ad iniziare da quelle più deboli.
(didon)