Èsodo 17,8-13; Salmo 120 (121); 2Timòteo 3,14-4,2; Luca 18,1-8
Parola domanda coerenza tra fede e vita
“Chi fra tutti gli uomini sapeva perfettamente chi è Dio, prima che Gesù venisse e ce lo annunciasse? Nessun uomo lo comprende e lo conosce: Gesù è venuto, lo ha annunciato. Lui stesso, Parola del Padre, nel Santo Spirito, presente e Vivente, rimane con noi. «Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona». Quale accoglienza doniamo alla Parola? 1. Non tutti quelli che parlano per ispirazione sono profeti, ma solo coloro che praticano i costumi del Signore. Dai costumi, dunque, si distingueranno il falso profeta e il profeta.
C’è infedeltà a Gesù, Parola del Padre: ci siamo ingolfati in affari terreni e altro è ciò che abbiamo assunto con l’ufficio sacerdotale altro ciò che mostriamo con i fatti. Noi siamo chiamati vescovi e abbandoniamo il ministero della predicazione. Ogni profeta, poi, che insegna la verità, se non mette in pratica i precetti che insegna, è un falso profeta. Se qualcuno dicesse per ispirazione: dammi del denaro o qualche altra cosa, non gli darete ascolto; ma se dicesse di dare per altri che hanno bisogno, nessuno lo giudichi.
Ora, se qualcuno venisse a insegnarvi tutte le cose sopra dette, accoglietelo; ma se lo stesso maestro, pervertito, vi insegnasse un’altra dottrina allo scopo di demolire, non lo ascoltate. Accade questo a nostra condanna dato che possediamo il titolo onorifico e non le qualità.
La vita dei fedeli di Gesù Cristo è, dunque, fatta di infedeltà? Gesù dice che dobbiamo attendere salvezza: se perfino un giudice disonesto, che «non teme Dio e non ha riguardo per alcuno», compie atti giustizia, quanto più il Padre farà prontamente giustizia ai suoi eletti se gridano giorno e notte verso di lui?».
2. Per accogliere Parola con maggiore perseveranza, l’Apostolo ci aiuta e, rivolgendosi a noi come a figli, scrive: «Figlio mio, tu conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: credi fermamente e rimani saldo in quello che hai imparato».
Riguardo agli apostoli e ai profeti, comportatevi secondo il precetto del Vangelo: ogni apostolo che venga presso di voi sia accolto come il Signore. Imparate a discernere i maestri, i profeti, i testimoni: essi insegnano per accrescere la giustizia e la conoscenza, la loro parola non è menzognera né vana, ma confermata dall’azione. Ogni profeta, provato come veritiero, non sarà da voi giudicato, perché ha il giudizio da parte di Dio.
Se poi, non aveste un profeta, date ai poveri: l’aiuto fraterno nel nome di Gesù vi aiuterà a rimanere fedeli al Padre.
Dubbi sulla autenticità della testimonianza li ha anche Gesù che domanda: «Ma il Figlio dell’uomo quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Infatti, negli ultimi giorni, si moltiplicheranno i falsi profeti e i corruttori, e le pecore si muteranno in lupi, e la carità si muterà in odio; crescendo l’iniquità, si odieranno l’un l’altro, si perseguiteranno e si tradiranno, ed il seduttore del mondo apparirà come figlio di Dio. Molti saranno scandalizzati e periranno.
3. Alla domanda di Gesù siamo chiamati a rispondere. Perché Gesù dice queste parole?
Non per impaurire, per giudicare e condannare, ma per insegnare la bellezza della coerenza nella fede: coloro che avranno perseverato nella loro fede saranno salvati.
Il cristiano, chi e come deve essere? Per dirla in breve, come è l’anima nel corpo, così nel mondo siano i cristiani. L’anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra. L’anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani siano nel mondo come in una prigione, ma essi sostengano il mondo.
L’anima immortale abita in una dimora mortale; anche i cristiani vivono come stranieri tra le cose che si corrompono, aspettando l’incorruttibilità nei cieli. Fedeli al Vangelo, non odieranno alcun uomo, ma riprenderanno gli uni; per altri, invece, pregheranno; altri li ameranno più dell’anima loro. Non faranno distinzione di persona nel correggere gli errori ed il peccato”.
Il pensiero, qui suggerito, è tratto, in tutte le sue parole, dal Vangelo e da scritti dei primi cristiani.
(didon)