Comunità Parrocchiale Tuscania

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Sapienza 18,6-9; Salmo 32 (33); Ebrei 11,1-2.8-19; Luca 12,32-48
«Fede è sustanza di cose sperate e argomento de le non parventi, e questa pare a me sua quiditate».
(Dante Alighieri, Divina commedia: Paradiso XXIV, 64)
1. «Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì; offrì Isacco; partì; soggiornò nella terra promessa, dichiarando di essere straniero e pellegrino sulla terra».
Una storia infedele alle Sacra Scritture, oggi, si sta realizzando: Israele soggiorna in una terra di altri, come fosse propria ed offre ed offende, non i propri figli, ma i figli di altri.

Non «condivide allo stesso modo successi e pericoli; né intona le sacre lodi dei padri». Nel nome del Dio di Abramo popoli sterminano popoli, nel nome del Dio di Gesù fratelli uccidono fratelli.
Che Dio sia vicino ad ogni sofferente, sotto qualsiasi oppressione «perché abbiano coraggio e, nella fede», cessino di morire e soffrire «senza aver ottenuto i beni promessi, vedendoli e salutandoli solo da lontano».
La parola di Gesù è severa con le ingiustizie verso la verità e verso i fratelli: «Io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
È severa ugualmente verso ogni sotterfugio: il servo che giovandosi del fatto che «il padrone tarda a venire e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli». Meritare giustizia o misericordia dipende dalla propria volontà e comportamento: «A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto, a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
2. A chi è nell’amore e nella fedeltà il Signore dice: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno». Per costituirsi come un «piccolo gregge» non è sufficiente osservare la Legge: è necessario andare oltre la Legge e giungere alla fede – fiducia che è amore.
«Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede». La fede è fedeltà di Dio alle sue creature: non la fede per la quale doniamo a Dio gli scarti della vita quotidiana. La fede è comunione di amore e di speranza non per ottenere da Dio qualcosa, ma per poter contemplare, commossi, il volto di Dio. L’amore e la fedeltà sono mezzi per «far risorgere anche dai morti»: impegnano non a far qualcosa, ma ad essere uniti in Dio. I consigli evangelici volano al di sopra di attese umane, terrene e materiali: «Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina»; «fatevi borse che non invecchiano»; ricercate «un tesoro sicuro nei cieli, dove il ladro non arriva e il tarlo non consuma».
3. «E, se il Signore, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, ci troverà così, beati noi, vigilanti nell’attesa, pronti ad aprigli subito, appena arriva e bussa».
Non per giudicare annunciamo la Parola, ma incoraggiarci ad essere costruttori di giustizia, di amore e di pace.
Signore, “donaci di vivere come pellegrini in questo mondo, affinché possiamo accogliere il tuo Figlio nell’ora della sua venuta”.